Thursday, March 08, 2007

VI CONSIGLIO UN LIBRO

l'autore è Massimo Polidoro e il libro si intitola "Elvis è vivo"!!
si tratta di un'indagine sulle strane morti di alcuni divi famosi come marilyn monroe, elvis presley, pier paolo pasolini, bruce lee, kurt cobain, jim morrison, luigi tenco e john lennon....
l'autore racconta i fatti e le deposizioni riguardanti l'omicidio e in seguito tenta di dare una soluzione al caso....naturalmente non sempre ci riesce!!!

rimangono ancora molti dubbi sulle strane morti che hanno avvolto questi personaggi del mondo dello spettacolo....

ma è stato comunque interessante leggere la loro biografia e scoprire notizie e avvenimenti davvero conosciuti da pochi!!

buona lettura!!!!











Thursday, February 15, 2007

QUESTO L'HO FATTO IO....


credo di avervi già espresso la mia passione per questo cantante....che vi devo dire? ci sono nata con la sua musica e fin da piccola mi è rimasto nel cuore!!!

questo video l'ho montato io prendendo alcune immagini tra le tante che ho!!

vi piace??


IO COME CRUDELIA


visto che oggi è giovedì grasso....questa sono io travestita da crudelia de mon!!!!!!!!!
non so perchè ma alla fine con quegli abiti addosso mi sono sentita me stessa (forse non dovrei dirlo!!!)
e voi come vi sentite?
scommetto che pochissimi parteciperanno a delle feste in maschera....
ogni volta siamo io e pochi miei amici ad essere entusiasti per il carnevale!!
ma se dovesse capitarvi....che maschera scegliete??

Monday, February 12, 2007

THIS IS MY CHOIR!!!


visto che vi avevo detto che faccio parte di un coro....eccolo qui!!!
devo pur farmi un pò di pubblicità!!!
in questa foto eravamo a cork in irlanda per un concorso internazionale(siamo arrivati 3, e ci hanno battuto norvegesi e canadesi)!!
volevo spendere due parole per questa attività che svolgo da 8 anni e che mi fa felice....
cantare è qualcosa che ti riempie l'anima, a volte riesce a unire anche chi si odia e sempre più è divenuto sinonimo di pace e di armonia....

ma cantare in gruppo...è davvero qualcosa di sorprendente!!!!

alcuni mi prendono in giro....pensano che canto in un coro di chiesa!!ma la verità è che facciamo sia musica sacra che profana ....in questi anni ho scoperto che nel mondo il coro è un'importante istituzione e non come da noi in italia...in svezia, norvegia e in molti altri paesi si insegna a scuola a cantare e credo sia una cosa meravigliosa!!il coro è un lavoro di squadra, unisce, fortifica in ogni singola gara, in ogni singolo concerto, in tutte quelle piccole sconfitte che lasciano dolori dal sapore dolceamaro(come è successo a cork)....

adesso abbiamo fatto un cd "white in black" dove abbiamo inciso la messa jazz e alcuni spirituals!!!

per chi fosse interessato visitate il nostro sito:

http://www.coromusicanova.it


Saturday, February 10, 2007

C'è CHI FA TUTTO CON LA VOCE

volevo segnalarvi questo gruppo musicale "naturally 7" che sta facendo successo adesso in europa: cantano senza strumenti misicali, un pò come i nostri "neri per caso" ma questi hanno tutto un altro stile!!
se non ci credete provate a sentirvi "feel it" il loro ultimo brano!!
io faccio parte di un coro polifonico e quindi so cosa significa , capisco la difficoltà di cantare senza accompagnamento in un coro a più voci contemporaneamente!!!

ad ogni modo ecco qualche notizia!!!

http://www.n7house.de/

They may have found a new way to make music, but they were never compelled to make up the music themselves. All seven have their preferences, styles, favourite songs--and they can interpret them all. Naturally Seven summon up soul, rap, rock and folk from their throats in harmonious balance; their repertoire consists half of their own compositions, half of cover versions. There are disco classics (Don't Stop The Music, Yarbrough & Peoples), Simon and Garfunkel hits (Bridge Over Troubled Water) and rock ballads (More Than Words, Extreme), while their own R&B numbers easily keep pace with any Neptunes production. (Just to remind you: Naturally Seven use neither instruments or samples for any of this!) The seven vocal giants have found a wonderful way to exploit the variety of their styles-- with a self-directed irony, they dramatize their competing musical interests as comedy.

When big bassist Marcus descends into the depths of Barry White's heartfelt groans, pocket-sized Dwight will come up to him, stop him moaning, then begin to sing himself --a whole octave lower. Whereupon Marcus dutifully airs his falsetto ... There are many such small and big moments in the stage shows of Naturally Seven, spicing their performances with thrills, wit and artistic whimsy. No CD and no video can remotely communicate this amazing entertainment like a live appearance can. Even so, there will be a new album out in the autumn, their second. If the first ("Non-Fiction") was still highly jazzful and musicologically composed, the second will offer a totally new quality of pop music, striking sparks as soon as you hear it, with an organic fizz to it that palpably distinguishes Naturally Seven from the manufactured polish of many R&B bands.

Naturally Seven's members all hail from the New York Metropolitan Area and have been friends and musical partners, in various combinations, for years. The group1⁄4s latest incarnation came together last year when Roger Thomas, Naturally Seven1⁄4s founder, arranger and musical director, added two new voices and began to build intricate seven-part harmonies around a fuller sound, artfully blending gospel, jazz, R&B, hip hop and even classical vocal genres. On selecting Naturally Seven's members, Thomas says, "They have to have a keen ear for complex harmonies, and be eager to experiment and create what doesn't already exist." The six other carefully melded voices are those of Dwight Stewart, Garfield Buckley, Rod Eldridge, Warren Thomas, Marcus Davis and, newest addition, Jamal Reed. Their faith-infused music reaches across denominations, striking common chords of human experience among religious and secular audiences alike. "Most moving is when people find an honesty and spirit in the music. When they are touched right there," Thomas reflects, tapping his chest. For Naturally Seven, the music and the message are inseparable. "We're all about hope. It's spirit, music and entertainment. We want to give you something you remember, that makes you smile and even do the right thing."

SEMPRE FORZA ROMA!!!!!!!!!!



Sunday, December 10, 2006

inchiesta su repubblica

SCIENZA & TECNOLOGIA InviaStampaUser generated content, ovvero i contenuti creati dagli utenti
della rete. Tre parole che stanno rivoluzionando internet
Ugc, il web venuto dal basso
che adesso vale milioni di dollari
Siti come YouTube o MySpace acquistati dai big per cifre a sei zeri

di GAIA GIULIANI

ROMA - Il nome gliel'hanno dato solo nel 2005, ma si può dire tranquillamente che sia nato assieme al web. Guadagnando sempre più terreno. E' l'User generated content, e cioè tutto quello che circola in rete creato dagli utenti. Che stanno diventando i veri protagonisti del web, costringendo grandi società come Google, Microsoft e Yahoo a spendere milioni di dollari per adeguarsi alle loro esigenze. Milioni finiti quasi regolarmente sui conti bancari dei pionieri dell'Ugc, seguendo una specie di flusso circolare.

Secondo la definizione di Wikipedia, che del contributo degli internauti vive e si nutre, l'Ugc comprende tra i suoi elementi principali video digitali, fotografie, blogging e podcasting. In contrapposizione con quelli creati dalle società specializzate. Dimostrando sempre di più quanto il world wide web sia una struttura democratica, che si costruisce dal basso. Così come l'informazione: il grassroot journalism (il giornalismo dei non professionisti) è un altro aspetto dell'Ugc a cui si stanno adeguando molti media, prima fra tutti la Bbc che ha creato un ufficio apposito per ricevere e organizzare il materiale inviato dagli internauti, sempre più scaltri nel realizzare inchieste giornalistiche.

Volendo semplificare, si può dividere l'Ugc in contributi finalizzati all'intrattenimento e altri destinati all'informazione. Tra i due, l'intrattenimento è quello che ha ottenuto il successo più immediato. L'informazione, forse, più risonanza. Ma la gara milionaria per accaparrarsi i primi Ugc scattata tra i big ha avuto come protagonisti principali i contenuti destinati allo svago. Un esempio tra tutti è quello di Youtube, ottavo tra i siti più visitati dal mondo. La classifica è opera di Alexa.com, motore di ricerca specializzato nel ranking dei siti internet - acquistato da Amazon nel '99 dopo che aveva avuto più di 10 milioni di contatti - che mette al primo posto Yahoo, Google e Microsoft, seguite a breve distanza da una serie di siti frutto dell'Ugc.

In tutti i primi tre si riflette il successo dei contenuti creati dagli internauti: per accaparrarsi Youtube, sono scese in campo Yahoo e Google, mentre Microsoft elaborava una controffensiva. Google se l'è portato a casa grazie ad un corposo assegno con i soliti sei zeri finali, sicuro che il sito sarebbe rimasto tra i più popolari. E i casi di Lonelygirl, la ragazzina che ha fatto incuriosire milioni di naviganti internettiani sulla sua identità, scomodando firme giornalistiche di quotidiani d'eccezione, o quello di Brooke Brodack, ingaggiata da uno show televisivo dopo che un talent scout l'aveva notata nei suoi video-parodia, lo confermano.

E solo per citare casi relativi allo spettacolo. Quelli su questioni di cronaca come il pestaggio compiuto dalla polizia di Los Angeles ai danni dell'afroamericano William Cardenas - che l'ha fatto rimbalzare sui media di tutto il mondo portando all'incriminazione degli agenti - o degli episodi di bullismo nell scuole italiane, lo suggellano definitivamente. Yahoo, rimasta a bocca asciutta, ha subito replicato creando The9, televisione online specializzata nella segnalazione di siti e video amatoriali. Incentivando gli utenti a inviarne il più possibile con il concorso "Yahoo Talent Show", che mette in palio per il vincitore un assegno di 50mila dollari. E Microsoft? L'azienda di Bill Gates ha risposto con Soapbox che, secondo stime interne alla società, sarebbe stato visitato da circa 11 milioni di persone.

Ma se le "major" del web acquistano i bocconi più ambiti, l'Ugc non si arrende e propone esperimenti autoprodotti come la Neave tv che raccoglie una sorta di "best of" dei video presenti in rete. E questo solo per rimanere alle immagini. Perché per quanto riguarda la musica ci sono esempi clamorosi come quello degli Arctic Monkeys, gruppo rivelazione inglese, in testa alle classifiche britanniche per mesi. O quello eclatante di Lili Allen, autrice del tormentone "Smile", scovata su MySpace, subito incoronata regina delle hit parade.

E c'è spazio anche per chi si diletta con la penna. Julie Powell, segretaria newyorkese è stata contesa da diverse case editrici specializzate dopo che le ricette che la signora postava sul suo blog avevano attirato miriadi di curiosi. Risultato: la pubblicazione di un libro. Lo stesso è accaduto a Riverberd, pseudonimo che cela l'identità di una ragazza di Bagdad che scriveva regolarmente report sulla sua città all'interno del suo blog. Dopo la pubblicazione del libro s'è ritrovata in corsa per uno dei premi letterari più prestigiosi d'Inghilterra.

Se poi non si rincorre la fama, ma ci si limita a cercare una nicchia personale sul web dove comunicare con gli amici, conoscerne di nuovi o scambiare materiale di vario tipo, ecco i siti specializzati nell'ospitare i contenuti personali. MySpace (sesto nella classifica di Alexa.com) è l'esempio per eccellenza: dopo il suo l'incredibile - e inaspettato a sentire gli ideatori, successo - è stato comprato per 580 milioni di dollari dal magnate dell'editoria Rupert Murdoch. Stessa sorte seguita da Flickr, sito che ospita gli album fotografici degli internauti, acquistato per milioni da Yahoo. Che ha comprato anche Del.icio.us, sito di social bookmarking, al 138° posto nella classifica. E la lista potrebbe continuare con Wikipedia, scritta da appassionati del piacere enciclopedico, o Technocrati (339esimo posto), il più grande collettore di blog del mondo. E c'è anche l'Imdb, (numero 35), eccezionale motore di ricerca cinematografico le cui recensioni sono frutto esclusivo della collaborazione dei suoi lettori.



(28 novembre 2006)

Thursday, November 30, 2006

il caso ohmy news

i brani qui riportati sono rispettivamente l'introduzione e la conclusione di una delle mie due tesine che ho preparato alla laurea.
sono sicura che non avete mai sentito parlare di ohmy news!!

una delle realtà più seguite nel citizen journalism.

“Credo che in molti tra editori e reporters abbiano perso il contatto con i loro lettori”: questa frase espressa da Rupert Murdoch all’American Society of Newspaper Editors, esprime il dissapore e l’amarezza riguardo al fatto che le persone, ed in particolare i giovani, stiano abbandonando completamente la lettura dei giornali. La tesi di Murdoch parte dal fatto che i giornali di tutto il mondo hanno perso lettori e con loro i proventi pubblicitari, e in realtà sembrano destinati a continuare su questa via. Dal 1995 al 2003, dice l’Associazione mondiale dei Giornali, la tiratura è caduta del 5% in America, 3% in Europa e del 2% in Giappone. Nel 1960, quattro americani su cinque leggevano giornali ogni giorno: oggi solo la metà di loro continua a farlo.
La causa di questo declino non può essere rinviata solo allo sviluppo delle nuove tecnologie, che hanno portato alla nascita di nuovi mezzi di comunicazione, visto che la caduta delle vendite dei giornali è precedente all’avvento di Internet. Le persone più anziane, che Murdoch chiama “immigrati digitali” possono non avere notizie riguardo Internet, ma i giovani “digital natives” ottengono sempre di più le loro notizie dai portali Web; mentre il 56% degli americani non ha mai sentito parlare di blogs, e solo il 3% ne legge quotidianamente, il 44% degli americani on- line, tra i 19 e i 29 anni, li legge spesso.
L’idea di base per creare un blog giornalistico è che “le persone hanno gli strumenti per creare i loro contenuti e questo sarà il risultato di un’emergente conversazione globale” dice Dan Gillmor : un caso di giornalismo civico che non ha a che fare con i blog è quello della testata Sud Coreana OhmyNews che oggi pubblica due edizioni, una in coreano e una in inglese. Il suo fondatore Yeon- Ho ha dichiarato alla Bbc: “ L’ho lanciato il 22 Febbraio 2000 ed è stato il mio addio al giornalismo del ventesimo secolo, dove la gente può avere le notizie solo attraverso gli occhi ufficiali dei media conservatori (...) perchè ogni cittadino può essere un reporter”.
Già dall’affermazione del fondatore di OhmyNews si capisce che alla base di questo giornale on- line c’è una forma originale: uno staff di 40 persone che selezionano i pezzi che sono di solito retribuiti con una cifra varia, arrivando ai 20 dollari come cifra massima. Non si tratta quindi di un forum libero perchè c’è una redazione che sceglie i pezzi provenienti da una platea di collaboratori che è ormai arrivata a 23.000 persone. I lettori sono due milioni al giorno e sembra che l’influenza di questo quotidiano sia destinata ad espandersi.
I quotidiani tradizionali ritengono di essere superiori a quelli creati on- line da “normali cittadini” perchè le loro storie sono costruite da scrittori professionisti o giornalisti competenti. Ma casi come quelli di OhmyNews dimostrano che l’influenza e la correttezza di un articolo non deve necessariamente essere veicolato attraverso la professione. Su centinaia di migliaia di articoli pubblicati, solo due storie fino ad ora si sono rivelate inventate.
Il finanziamento dei giornalisti oltre ai 20 dollari per ogni articolo, prevede la cosiddetta tip- jar, cioè una sorta di mancia che i lettori possono lasciare all’articolista se il pezzo è particolarmente piaciuto cliccando per fare piccole donazioni ai loro scrittori preferiti. Lo scorso anno un articolo di OhmyNews che attaccava un impopolare verdetto della corte è arrivato ad ottenere 30.000 dollari di mance dai lettori, anche se la maggior parte del reddito del sito proviene dalla pubblicità. È proprio quest’ultima che sta sostenendo sia la versione coreana del sito sia una versione cartacea, per un’operazione che sta portando parecchi profitti.
Ma quali sono le cause di questo straordinario successo di OhmyNews?
..... ...... ..... .... .....
Da quando Internet è entrato nelle nostre case, ha cambiato completamente il nostro stile di vita, il nostro modo di pensare la comunicazione, il nostro rapporto con i “vecchi” media.
Abbiamo parlato di ri- mediazione riferendoci ai mass- media che nel tempo si sono susseguiti: “Il nuovo soppianta il vecchio, è sempre stato così e sempre così sarà”, dicono alcuni. Se questo fattore corrisponde alla realtà noi tutti non possiamo non chiederci quale sarà il futuro del giornalismo.
Si è passati dal telegrafo al cinema, dalla radio alla televisione, dal cellulare a Internet e il giornalismo non è cambiato mai, se non nei contenuti.
Oggi che siamo entrati nel ventunesimo secolo, oggi che il mondo intero è avvolto nella rete del Web, oggi che la gente non acquista più quotidiani, dovremo chiederci se non sia arrivata l’ora di rivoluzionare i giornali. Si parla di disinformazione fra i giovani e di crisi dei quotidiani, ma non certo per colpa di Internet: la crisi, oltre ad essere precedente, non può essere dipesa dai nuovi giornali on- line, visto che quest’ultimi sono poco conosciuti e visitati ancora meno.
Il crollo dell’informazione è dato dalla ri-mediazione continua alla quale siamo abituati: possediamo talmente tanti mezzi di comunicazione e possibilità di colmare i confini del mondo, che alla fine non ne utilizziamo neanche uno. La televisione è diventata un sopramobile che ci fa compagnia; la radio è un medium collegato ormai solo all’informazione musicale; i giornali si sono trasformati in una metafora del gossip, dello spettacolo, dell’intrattenimento: non si comprano per accrescere la nostra conoscenza, ma per tenerci informati sulla cronaca rosa.
Per ultimo rimane Internet, una rete globale che comprende in se tutti i “vecchi” mass- media e che rappresentando il “nuovo” dovrebbe risultare di sicuro successo.
Il successo c‘è, l’informazione no: sono pochi gli utenti che decidono di navigare su Internet visitando giornali on- line. Il giornalismo continua comunque a cadere, ad abbissarsi in se stesso, a subordinarsi a tutto il resto.
Ma all’improvviso appare una luce, un’idea, una presa di coscienza: forse la soluzione è cambiare, trasformare, rimodernare le modalità tradizionali.
Punto di snodo: i giornali cartacei non lo fanno o comunque non ci riescono (a parte il notevole contributo dei giornali gratuiti distribuiti ai cittadini, come “Metro” e “Leggo”) i giornali on- line, o più precisamente, un giornale on- line, OhmyNews, ci riesce.
Attraverso la nostra analisi su base semiotica siamo riusciti a creare un quadro abbastanza efficace a questo sito che presenta coerenza, standard Web, tradizione, ma anche tanta originalità in strutture, contenuti e strategie enunciative, che gli hanno permesso di diventare “il giornale on- line” per eccellenza.
È forse questa la salvezza del giornalismo futuro?
Per ora non siamo in grado di poterlo dire: di certo rappresenta un punto di partenza molto forte per lo sviluppo dei giornali on- line e non solo. Ogni crisi ha bisogno di rinnovamento, per riprendersi e OhmyNews, con 2 milioni di visitatori al giorno, è sicuramente riuscito ad essere un esempio di grande ripresa. Non è un sito pornografico o di “entertainment”, ma di pura informazione, un’informazione che deriva proprio dai cittadini. Siamo proprio noi i creatori di OhmyNews, siamo degli utenti che possono scegliere cosa dire e qual è l’informazione migliore da far sapere al mondo intero.
Non è difficile poter credere che questo sia possibile anche con i quotidiani cartacei: il giornalismo partecipativo è forse una possibilità che deve essere presa in considerazione come sorgente di rinnovamento per un futuro.
La rinascita dei quotidiani è possibile solo in due modi: sensibilizzando la popolazione alla lettura dei quotidiani o rivoluzionando quest’ultimi.
OmhyNews ha aperto la nostra mente ad una nuova visione, a un nuovo punto di vista che può portarci verso nuovi orizzonti, a un nuovo tipo di giornalismo.
Dovremo forse dire addio al nostro antico modello di giornale e alle nostre care e vecchie edicole, come abbiamo già fatto in passato con altri mezzi di comunicazione, ma sarà un addio ben accetto se come base avremo la certezza della rinascita della lettura e dell’informazione nel mondo.
OhmyNews international è un giornale che è riuscito a far riscoprire la bellezza e il piacere di partecipare alla lettura, di informarsi su gli avvenimenti futuri, di essere in prima persona il protagonista dell’informazione.
In Italia ancora non esiste un giornale on line di questa portata: siamo fiduciosi che molto presto noi cittadini avremo questa opportunità e l’immagine della cultura italiana sarà quella di tanti cittadini-giornalisti che lottano per il sapere e contro l’ignoranza.
In passato la stampa non si è mai fermata e non è certo plausibile che lo faccia adesso: la conoscenza deve continuare a vivere, ad arricchirsi, ad emergere.
L’informazione di oggi sarà la storia del futuro.





Friday, November 24, 2006

15 anni fa muore freddy mercury


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