Thursday, November 30, 2006
il caso ohmy news
i brani qui riportati sono rispettivamente l'introduzione e la conclusione di una delle mie due tesine che ho preparato alla laurea.
sono sicura che non avete mai sentito parlare di ohmy news!!
una delle realtà più seguite nel citizen journalism.
“Credo che in molti tra editori e reporters abbiano perso il contatto con i loro lettori”: questa frase espressa da Rupert Murdoch all’American Society of Newspaper Editors, esprime il dissapore e l’amarezza riguardo al fatto che le persone, ed in particolare i giovani, stiano abbandonando completamente la lettura dei giornali. La tesi di Murdoch parte dal fatto che i giornali di tutto il mondo hanno perso lettori e con loro i proventi pubblicitari, e in realtà sembrano destinati a continuare su questa via. Dal 1995 al 2003, dice l’Associazione mondiale dei Giornali, la tiratura è caduta del 5% in America, 3% in Europa e del 2% in Giappone. Nel 1960, quattro americani su cinque leggevano giornali ogni giorno: oggi solo la metà di loro continua a farlo.
La causa di questo declino non può essere rinviata solo allo sviluppo delle nuove tecnologie, che hanno portato alla nascita di nuovi mezzi di comunicazione, visto che la caduta delle vendite dei giornali è precedente all’avvento di Internet. Le persone più anziane, che Murdoch chiama “immigrati digitali” possono non avere notizie riguardo Internet, ma i giovani “digital natives” ottengono sempre di più le loro notizie dai portali Web; mentre il 56% degli americani non ha mai sentito parlare di blogs, e solo il 3% ne legge quotidianamente, il 44% degli americani on- line, tra i 19 e i 29 anni, li legge spesso.
L’idea di base per creare un blog giornalistico è che “le persone hanno gli strumenti per creare i loro contenuti e questo sarà il risultato di un’emergente conversazione globale” dice Dan Gillmor : un caso di giornalismo civico che non ha a che fare con i blog è quello della testata Sud Coreana OhmyNews che oggi pubblica due edizioni, una in coreano e una in inglese. Il suo fondatore Yeon- Ho ha dichiarato alla Bbc: “ L’ho lanciato il 22 Febbraio 2000 ed è stato il mio addio al giornalismo del ventesimo secolo, dove la gente può avere le notizie solo attraverso gli occhi ufficiali dei media conservatori (...) perchè ogni cittadino può essere un reporter”.
Già dall’affermazione del fondatore di OhmyNews si capisce che alla base di questo giornale on- line c’è una forma originale: uno staff di 40 persone che selezionano i pezzi che sono di solito retribuiti con una cifra varia, arrivando ai 20 dollari come cifra massima. Non si tratta quindi di un forum libero perchè c’è una redazione che sceglie i pezzi provenienti da una platea di collaboratori che è ormai arrivata a 23.000 persone. I lettori sono due milioni al giorno e sembra che l’influenza di questo quotidiano sia destinata ad espandersi.
I quotidiani tradizionali ritengono di essere superiori a quelli creati on- line da “normali cittadini” perchè le loro storie sono costruite da scrittori professionisti o giornalisti competenti. Ma casi come quelli di OhmyNews dimostrano che l’influenza e la correttezza di un articolo non deve necessariamente essere veicolato attraverso la professione. Su centinaia di migliaia di articoli pubblicati, solo due storie fino ad ora si sono rivelate inventate.
Il finanziamento dei giornalisti oltre ai 20 dollari per ogni articolo, prevede la cosiddetta tip- jar, cioè una sorta di mancia che i lettori possono lasciare all’articolista se il pezzo è particolarmente piaciuto cliccando per fare piccole donazioni ai loro scrittori preferiti. Lo scorso anno un articolo di OhmyNews che attaccava un impopolare verdetto della corte è arrivato ad ottenere 30.000 dollari di mance dai lettori, anche se la maggior parte del reddito del sito proviene dalla pubblicità. È proprio quest’ultima che sta sostenendo sia la versione coreana del sito sia una versione cartacea, per un’operazione che sta portando parecchi profitti.
Ma quali sono le cause di questo straordinario successo di OhmyNews?
..... ...... ..... .... .....
Da quando Internet è entrato nelle nostre case, ha cambiato completamente il nostro stile di vita, il nostro modo di pensare la comunicazione, il nostro rapporto con i “vecchi” media.
Abbiamo parlato di ri- mediazione riferendoci ai mass- media che nel tempo si sono susseguiti: “Il nuovo soppianta il vecchio, è sempre stato così e sempre così sarà”, dicono alcuni. Se questo fattore corrisponde alla realtà noi tutti non possiamo non chiederci quale sarà il futuro del giornalismo.
Si è passati dal telegrafo al cinema, dalla radio alla televisione, dal cellulare a Internet e il giornalismo non è cambiato mai, se non nei contenuti.
Oggi che siamo entrati nel ventunesimo secolo, oggi che il mondo intero è avvolto nella rete del Web, oggi che la gente non acquista più quotidiani, dovremo chiederci se non sia arrivata l’ora di rivoluzionare i giornali. Si parla di disinformazione fra i giovani e di crisi dei quotidiani, ma non certo per colpa di Internet: la crisi, oltre ad essere precedente, non può essere dipesa dai nuovi giornali on- line, visto che quest’ultimi sono poco conosciuti e visitati ancora meno.
Il crollo dell’informazione è dato dalla ri-mediazione continua alla quale siamo abituati: possediamo talmente tanti mezzi di comunicazione e possibilità di colmare i confini del mondo, che alla fine non ne utilizziamo neanche uno. La televisione è diventata un sopramobile che ci fa compagnia; la radio è un medium collegato ormai solo all’informazione musicale; i giornali si sono trasformati in una metafora del gossip, dello spettacolo, dell’intrattenimento: non si comprano per accrescere la nostra conoscenza, ma per tenerci informati sulla cronaca rosa.
Per ultimo rimane Internet, una rete globale che comprende in se tutti i “vecchi” mass- media e che rappresentando il “nuovo” dovrebbe risultare di sicuro successo.
Il successo c‘è, l’informazione no: sono pochi gli utenti che decidono di navigare su Internet visitando giornali on- line. Il giornalismo continua comunque a cadere, ad abbissarsi in se stesso, a subordinarsi a tutto il resto.
Ma all’improvviso appare una luce, un’idea, una presa di coscienza: forse la soluzione è cambiare, trasformare, rimodernare le modalità tradizionali.
Punto di snodo: i giornali cartacei non lo fanno o comunque non ci riescono (a parte il notevole contributo dei giornali gratuiti distribuiti ai cittadini, come “Metro” e “Leggo”) i giornali on- line, o più precisamente, un giornale on- line, OhmyNews, ci riesce.
Attraverso la nostra analisi su base semiotica siamo riusciti a creare un quadro abbastanza efficace a questo sito che presenta coerenza, standard Web, tradizione, ma anche tanta originalità in strutture, contenuti e strategie enunciative, che gli hanno permesso di diventare “il giornale on- line” per eccellenza.
È forse questa la salvezza del giornalismo futuro?
Per ora non siamo in grado di poterlo dire: di certo rappresenta un punto di partenza molto forte per lo sviluppo dei giornali on- line e non solo. Ogni crisi ha bisogno di rinnovamento, per riprendersi e OhmyNews, con 2 milioni di visitatori al giorno, è sicuramente riuscito ad essere un esempio di grande ripresa. Non è un sito pornografico o di “entertainment”, ma di pura informazione, un’informazione che deriva proprio dai cittadini. Siamo proprio noi i creatori di OhmyNews, siamo degli utenti che possono scegliere cosa dire e qual è l’informazione migliore da far sapere al mondo intero.
Non è difficile poter credere che questo sia possibile anche con i quotidiani cartacei: il giornalismo partecipativo è forse una possibilità che deve essere presa in considerazione come sorgente di rinnovamento per un futuro.
La rinascita dei quotidiani è possibile solo in due modi: sensibilizzando la popolazione alla lettura dei quotidiani o rivoluzionando quest’ultimi.
OmhyNews ha aperto la nostra mente ad una nuova visione, a un nuovo punto di vista che può portarci verso nuovi orizzonti, a un nuovo tipo di giornalismo.
Dovremo forse dire addio al nostro antico modello di giornale e alle nostre care e vecchie edicole, come abbiamo già fatto in passato con altri mezzi di comunicazione, ma sarà un addio ben accetto se come base avremo la certezza della rinascita della lettura e dell’informazione nel mondo.
OhmyNews international è un giornale che è riuscito a far riscoprire la bellezza e il piacere di partecipare alla lettura, di informarsi su gli avvenimenti futuri, di essere in prima persona il protagonista dell’informazione.
In Italia ancora non esiste un giornale on line di questa portata: siamo fiduciosi che molto presto noi cittadini avremo questa opportunità e l’immagine della cultura italiana sarà quella di tanti cittadini-giornalisti che lottano per il sapere e contro l’ignoranza.
In passato la stampa non si è mai fermata e non è certo plausibile che lo faccia adesso: la conoscenza deve continuare a vivere, ad arricchirsi, ad emergere.
L’informazione di oggi sarà la storia del futuro.
sono sicura che non avete mai sentito parlare di ohmy news!!
una delle realtà più seguite nel citizen journalism.
“Credo che in molti tra editori e reporters abbiano perso il contatto con i loro lettori”: questa frase espressa da Rupert Murdoch all’American Society of Newspaper Editors, esprime il dissapore e l’amarezza riguardo al fatto che le persone, ed in particolare i giovani, stiano abbandonando completamente la lettura dei giornali. La tesi di Murdoch parte dal fatto che i giornali di tutto il mondo hanno perso lettori e con loro i proventi pubblicitari, e in realtà sembrano destinati a continuare su questa via. Dal 1995 al 2003, dice l’Associazione mondiale dei Giornali, la tiratura è caduta del 5% in America, 3% in Europa e del 2% in Giappone. Nel 1960, quattro americani su cinque leggevano giornali ogni giorno: oggi solo la metà di loro continua a farlo.
La causa di questo declino non può essere rinviata solo allo sviluppo delle nuove tecnologie, che hanno portato alla nascita di nuovi mezzi di comunicazione, visto che la caduta delle vendite dei giornali è precedente all’avvento di Internet. Le persone più anziane, che Murdoch chiama “immigrati digitali” possono non avere notizie riguardo Internet, ma i giovani “digital natives” ottengono sempre di più le loro notizie dai portali Web; mentre il 56% degli americani non ha mai sentito parlare di blogs, e solo il 3% ne legge quotidianamente, il 44% degli americani on- line, tra i 19 e i 29 anni, li legge spesso.
L’idea di base per creare un blog giornalistico è che “le persone hanno gli strumenti per creare i loro contenuti e questo sarà il risultato di un’emergente conversazione globale” dice Dan Gillmor : un caso di giornalismo civico che non ha a che fare con i blog è quello della testata Sud Coreana OhmyNews che oggi pubblica due edizioni, una in coreano e una in inglese. Il suo fondatore Yeon- Ho ha dichiarato alla Bbc: “ L’ho lanciato il 22 Febbraio 2000 ed è stato il mio addio al giornalismo del ventesimo secolo, dove la gente può avere le notizie solo attraverso gli occhi ufficiali dei media conservatori (...) perchè ogni cittadino può essere un reporter”.
Già dall’affermazione del fondatore di OhmyNews si capisce che alla base di questo giornale on- line c’è una forma originale: uno staff di 40 persone che selezionano i pezzi che sono di solito retribuiti con una cifra varia, arrivando ai 20 dollari come cifra massima. Non si tratta quindi di un forum libero perchè c’è una redazione che sceglie i pezzi provenienti da una platea di collaboratori che è ormai arrivata a 23.000 persone. I lettori sono due milioni al giorno e sembra che l’influenza di questo quotidiano sia destinata ad espandersi.
I quotidiani tradizionali ritengono di essere superiori a quelli creati on- line da “normali cittadini” perchè le loro storie sono costruite da scrittori professionisti o giornalisti competenti. Ma casi come quelli di OhmyNews dimostrano che l’influenza e la correttezza di un articolo non deve necessariamente essere veicolato attraverso la professione. Su centinaia di migliaia di articoli pubblicati, solo due storie fino ad ora si sono rivelate inventate.
Il finanziamento dei giornalisti oltre ai 20 dollari per ogni articolo, prevede la cosiddetta tip- jar, cioè una sorta di mancia che i lettori possono lasciare all’articolista se il pezzo è particolarmente piaciuto cliccando per fare piccole donazioni ai loro scrittori preferiti. Lo scorso anno un articolo di OhmyNews che attaccava un impopolare verdetto della corte è arrivato ad ottenere 30.000 dollari di mance dai lettori, anche se la maggior parte del reddito del sito proviene dalla pubblicità. È proprio quest’ultima che sta sostenendo sia la versione coreana del sito sia una versione cartacea, per un’operazione che sta portando parecchi profitti.
Ma quali sono le cause di questo straordinario successo di OhmyNews?
..... ...... ..... .... .....
Da quando Internet è entrato nelle nostre case, ha cambiato completamente il nostro stile di vita, il nostro modo di pensare la comunicazione, il nostro rapporto con i “vecchi” media.
Abbiamo parlato di ri- mediazione riferendoci ai mass- media che nel tempo si sono susseguiti: “Il nuovo soppianta il vecchio, è sempre stato così e sempre così sarà”, dicono alcuni. Se questo fattore corrisponde alla realtà noi tutti non possiamo non chiederci quale sarà il futuro del giornalismo.
Si è passati dal telegrafo al cinema, dalla radio alla televisione, dal cellulare a Internet e il giornalismo non è cambiato mai, se non nei contenuti.
Oggi che siamo entrati nel ventunesimo secolo, oggi che il mondo intero è avvolto nella rete del Web, oggi che la gente non acquista più quotidiani, dovremo chiederci se non sia arrivata l’ora di rivoluzionare i giornali. Si parla di disinformazione fra i giovani e di crisi dei quotidiani, ma non certo per colpa di Internet: la crisi, oltre ad essere precedente, non può essere dipesa dai nuovi giornali on- line, visto che quest’ultimi sono poco conosciuti e visitati ancora meno.
Il crollo dell’informazione è dato dalla ri-mediazione continua alla quale siamo abituati: possediamo talmente tanti mezzi di comunicazione e possibilità di colmare i confini del mondo, che alla fine non ne utilizziamo neanche uno. La televisione è diventata un sopramobile che ci fa compagnia; la radio è un medium collegato ormai solo all’informazione musicale; i giornali si sono trasformati in una metafora del gossip, dello spettacolo, dell’intrattenimento: non si comprano per accrescere la nostra conoscenza, ma per tenerci informati sulla cronaca rosa.
Per ultimo rimane Internet, una rete globale che comprende in se tutti i “vecchi” mass- media e che rappresentando il “nuovo” dovrebbe risultare di sicuro successo.
Il successo c‘è, l’informazione no: sono pochi gli utenti che decidono di navigare su Internet visitando giornali on- line. Il giornalismo continua comunque a cadere, ad abbissarsi in se stesso, a subordinarsi a tutto il resto.
Ma all’improvviso appare una luce, un’idea, una presa di coscienza: forse la soluzione è cambiare, trasformare, rimodernare le modalità tradizionali.
Punto di snodo: i giornali cartacei non lo fanno o comunque non ci riescono (a parte il notevole contributo dei giornali gratuiti distribuiti ai cittadini, come “Metro” e “Leggo”) i giornali on- line, o più precisamente, un giornale on- line, OhmyNews, ci riesce.
Attraverso la nostra analisi su base semiotica siamo riusciti a creare un quadro abbastanza efficace a questo sito che presenta coerenza, standard Web, tradizione, ma anche tanta originalità in strutture, contenuti e strategie enunciative, che gli hanno permesso di diventare “il giornale on- line” per eccellenza.
È forse questa la salvezza del giornalismo futuro?
Per ora non siamo in grado di poterlo dire: di certo rappresenta un punto di partenza molto forte per lo sviluppo dei giornali on- line e non solo. Ogni crisi ha bisogno di rinnovamento, per riprendersi e OhmyNews, con 2 milioni di visitatori al giorno, è sicuramente riuscito ad essere un esempio di grande ripresa. Non è un sito pornografico o di “entertainment”, ma di pura informazione, un’informazione che deriva proprio dai cittadini. Siamo proprio noi i creatori di OhmyNews, siamo degli utenti che possono scegliere cosa dire e qual è l’informazione migliore da far sapere al mondo intero.
Non è difficile poter credere che questo sia possibile anche con i quotidiani cartacei: il giornalismo partecipativo è forse una possibilità che deve essere presa in considerazione come sorgente di rinnovamento per un futuro.
La rinascita dei quotidiani è possibile solo in due modi: sensibilizzando la popolazione alla lettura dei quotidiani o rivoluzionando quest’ultimi.
OmhyNews ha aperto la nostra mente ad una nuova visione, a un nuovo punto di vista che può portarci verso nuovi orizzonti, a un nuovo tipo di giornalismo.
Dovremo forse dire addio al nostro antico modello di giornale e alle nostre care e vecchie edicole, come abbiamo già fatto in passato con altri mezzi di comunicazione, ma sarà un addio ben accetto se come base avremo la certezza della rinascita della lettura e dell’informazione nel mondo.
OhmyNews international è un giornale che è riuscito a far riscoprire la bellezza e il piacere di partecipare alla lettura, di informarsi su gli avvenimenti futuri, di essere in prima persona il protagonista dell’informazione.
In Italia ancora non esiste un giornale on line di questa portata: siamo fiduciosi che molto presto noi cittadini avremo questa opportunità e l’immagine della cultura italiana sarà quella di tanti cittadini-giornalisti che lottano per il sapere e contro l’ignoranza.
In passato la stampa non si è mai fermata e non è certo plausibile che lo faccia adesso: la conoscenza deve continuare a vivere, ad arricchirsi, ad emergere.
L’informazione di oggi sarà la storia del futuro.
Friday, November 24, 2006
15 anni fa muore freddy mercury
Thursday, November 23, 2006
la musica che è storia
Saturday, November 18, 2006
grazie per quel video
la violenza su chi è più debole credo sia una cosa imperdonabile...
ho frequentato il liceo psico-pedagogico e quindi so bene cosa vuol dire stare vicino a dei ragazzi portatori di handicap....
di certo non mancavano battute, brutte parole, fastidio alla loro presenza, voglia di lasciar andare, di non ascoltare le loro parole, di essere indifferenti alle loro richieste...
ma mai avevo visto un mio compagno colpirli fisicamente...
quando ho guardato le immagini in tv mi sono resa conto che quello che mi dava fastidio qualche anno fa può arrivare a qualcosa di peggiore e provocare disgusto e disapprovazione completa...
mi sono ritrovata spesso a difenderli, a provare compassione per la loro solitudine, o per la loro tristezza infinita nell'essere considerati "diversi"...
nel mio caso non è venuto in mente a nessuno di fare un filmato delle violenze verbali che avvenivano in classe e in generale in tutta la scuola...
la tecnologia oggi ci permette di fare qualcosa che una volta era impensabile ed è forse questa la via che ci permetterà di cambiare l'erba che calpestiamo, il cibo che mangiamo, l'aria che respiriamo....
grazie di cuore a chi ha fatto quel video!
ho frequentato il liceo psico-pedagogico e quindi so bene cosa vuol dire stare vicino a dei ragazzi portatori di handicap....
di certo non mancavano battute, brutte parole, fastidio alla loro presenza, voglia di lasciar andare, di non ascoltare le loro parole, di essere indifferenti alle loro richieste...
ma mai avevo visto un mio compagno colpirli fisicamente...
quando ho guardato le immagini in tv mi sono resa conto che quello che mi dava fastidio qualche anno fa può arrivare a qualcosa di peggiore e provocare disgusto e disapprovazione completa...
mi sono ritrovata spesso a difenderli, a provare compassione per la loro solitudine, o per la loro tristezza infinita nell'essere considerati "diversi"...
nel mio caso non è venuto in mente a nessuno di fare un filmato delle violenze verbali che avvenivano in classe e in generale in tutta la scuola...
la tecnologia oggi ci permette di fare qualcosa che una volta era impensabile ed è forse questa la via che ci permetterà di cambiare l'erba che calpestiamo, il cibo che mangiamo, l'aria che respiriamo....
grazie di cuore a chi ha fatto quel video!
Thursday, November 16, 2006
la guerra trasforma i bambini...
questo il titolo per questa foto che ho trovato...
quando pensiamo alla guerra ci invadono immagini di dolore, potere, inutilità, morte e distruzione....ma mai forse ci saremo immaginati un'immagine come questa...
il s. stephen's park a dublino....
ci sono sata più di una volta e mi ha sempre lasciato senza fiato...
questa sono io
non ero ancora riuscita a mettere una foto!!!
beh...questa sono io...ma ancora non l'ho messa all'interno del mio profilo....è che non ci sono riuscita!!!
Friday, November 10, 2006
alla fine ho deciso di impegnarmi per questo blog....
nei prossimi giorni tenterò di aggiornarlo il più possibile!!!
vi chiederete perchè adamoedeva....
visto il mio cognome....alla fine tutti mi chiamano eva!!!
è praticamente un incubo!!!
allora benvenuti nella mia doppia personalità....
nei prossimi giorni tenterò di aggiornarlo il più possibile!!!
vi chiederete perchè adamoedeva....
visto il mio cognome....alla fine tutti mi chiamano eva!!!
è praticamente un incubo!!!
allora benvenuti nella mia doppia personalità....
il mio primo blog
finalmente sono riuscita a creare un blog!!!!
d'ora in poi non farò più la figura dell'imbranata....
d'ora in poi non farò più la figura dell'imbranata....